Il cammino degli equivalenti

Analizziamo gli ultimi dati relativi al trend dei farmaci equivalenti, in costante incremento, in termini sia di valore (+4,7%), sia in quantità (+2,6). Quali sono le fasce più prescritte e dove si registrano i maggiori consumi, con analisi anche delle aziende leader e dell’età media dei pazienti

Prosegue, lenta ma costante, la crescita del farmaco equivalente (unbranded), sia di quello rimborsato dal Ssn (74,9%), sia di quello relativo all’acquisto privato (25,1%), registrando, nell’anno mobile a febbraio 2025 a valori 3,2 miliardi di euro e, in quantità, 424,5 milioni di confezioni. Così risulta dai dati di Pharma Data Factory (Pdf), la società di market intelligence che registra il 95% dei dati di sell-out relativi al periodo da marzo 2024 a febbraio 2025. Il trend di sviluppo segna così, rispetto ai 12 mesi precedenti, una crescita del 4,7% dei valori prezzi al pubblico e del 2,6% dei volumi in quantità.

La modalità prescrittiva degli equivalenti

Per quanto riguarda la modalità prescrittiva, la fascia A si prende il 47% del totale fatturato (poco meno di 1,5 miliardi di euro), con una crescita del 5,1% rispetto ai precedenti 12 mesi (marzo 2023-febbraio 2024), mentre la classe A con nota supera i 1,2 miliardi di euro (+5,3%), seguita dalla classe C, che si ferma a 437 milioni di euro (+2%). Assai modeste, infine, le quote registrate dai generici Otc (23,8 milioni, pari a +8,1%) e Sop (18,5 milioni di euro, +2,6%, vedasi tabella).

Equivalenti, regione per regione

A livello regionale, al primo posto si colloca la Lombardia, che supera i 703 milioni di euro, seguita a distanza da Piemonte e Veneto (con oltre 270 e 260 milioni di euro rispettivamente), mentre fanalino di coda è la Valle d’Aosta, con una spesa di 7,2 milioni. Basilicata, Marche e Umbria, invece, sono le Regioni dove i consumi di equivalenti crescono di più (sempre a valori): oltre l’8% rispetto ai 12 mesi precedenti, a fronte di una media nazionale che si ferma al 4,7%.

Le fasce d’età coinvolte

Interessante anche verificare quali siano le fasce di età dei consumatori. Poco più di tre quarti dei consumi di generici rimborsati dal Ssn si concentrano in tre fasce di età: dai 50 ai 64 anni, dai 65 ai 74 e dai 75 agli 84 anni, a livelli pressoché eguali. Le cose cambiano, invece, se si esaminano gli acquisti di generici con ricetta in regime privato, cioè out of pocket: qui i consumi delle tre fasce pesano in modo inferiore (il 69% anziché il 75%), ma soprattutto i valori dei diversi gruppi non corrispondono più: tra i 50-64enni i consumi di equivalenti con acquisto privato rappresentano quasi il 33% dei consumi; tra i 65-74enni calano al 20,6%, tra i 65-84enni si fermano al 15,9%. In sostanza, è come se il generico “attirasse” di più quando passa dal Ssn.

Equivalenti, il podio dei produttori

Vediamo, infine, com’è il podio dei produttori dei farmaci equivalenti, che ultimamente si è assestato, tant’è vero che le prime sei aziende fanno più del 90% del totale mercato. In prima posizione troviamo Teva (702,7 milioni di fatturato), in seconda Viatris (589,2) e in terza Doc (542,9), seguite poi da Eg, Sandoz e Zentiva. Vale la pena sottolineare come Viatris ed Eg siano i due marchi che, rispetto ai dodici mesi precedenti, evidenziato la più pronunciata crescita di fatturato.

(Farma Mese N. 6-2025 ©riproduzione riservata)

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